Suore dell'Immacolata

Gesù Bambino nel Tabernacolo

“Non dimenticate mai l’importanza di mettervi davanti al Signore per ascoltare ciò che vuole dirvi”. 
“Ascoltare la voce di Dio nel profondo del nostro cuore e discernere la sua volontà è indispensabile per la nostra crescita interiore, soprattutto quando ci troviamo di fronte a compiti urgenti e difficili. 

“l’ascolto è l’apostolato dell’orecchio, soprattutto del Signore”. 

Perché Gesù diventi il centro della nostra vita, è necessario stare alla sua presenza, davanti al Tabernacolo:
“sappiamo che da soli non possiamo fare nulla, perché se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori”,

                                                                                                    Raccomandazione di Papa Francesco

Il mio sì

Io sono creata per fare e per essere qualcuno per cui nessun’altra è creato.
Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: un posto da nessun’altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero, disprezzato o stimato dagli uomini: 
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun’altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti, tanto necessaria al posto mio quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace, un predicatore della verità nel posto che egli mi ha assegnato anche senza che io lo sappia, purchè io segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia vocazione.
                                                                                                                              John Henry Newman

La vera felicità

*Puoi avere difetti, essere ansioso e perfino essere arrabbiato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande impresa del mondo. Solo tu puoi impedirne il fallimento. Molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Ricorda che essere felici non è avere un cielo senza tempesta, una strada senza incidenti, un lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici significa trovare la forza nel perdono, la speranza nelle battaglie, la  sicurezza nella fase della paura, l’amore nella discordia. Non è solo godersi il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma imparare dai fallimenti. Non è solo sentirsi felici con gli applausi, ma essere felici nell’anonimato. Essere felici non è una fatalità del destino, ma un risultato per coloro che possono viaggiare dentro se stessi. Essere felici è smettere di sentirsi una vittima e diventare autore del proprio destino. È attraversare i deserti, ma essere in grado di trovare un’oasi nel profondo dell’anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici é non avere paura dei propri sentimenti ed essere in grado di parlare di te. Sta nel coraggio di sentire un “no” e ritrovare fiducia nei confronti delle critiche, anche quando sono ingiustificate. È baciare i tuoi figli, coccolare i tuoi genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche quando ci feriscono. Essere felici è lasciare vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È avere la maturità per poter dire: “Ho fatto degli errori”. È avere il coraggio di dire “Mi dispiace”. È avere la sensibilità di dire “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire “Ti amo”. Possa la tua vita diventare un giardino di opportunità per la felicità … che in primavera possa essere un amante della gioia ed in inverno un amante della saggezza. E quando commetti un errore, ricomincia da capo. Perché solo allora sarai innamorato della vita. Scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta. Ma usa le lacrime per irrigare la tolleranza. Usa le tue sconfitte per addestrare la pazienza. Usa i tuoi errori con la serenità dello scultore. Usa il dolore per intonare il piacere. Usa gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai … Soprattutto non mollare mai le persone che ti amano. Non rinunciare mai alla felicità, perché la vita è uno spettacolo incredibile.*_

                                                                                                              Tratto da un’omelia di Papa Francesco

 La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia.

“LA QUALITA’ DELLA CONSACRAZIONE”

 Il consacrato lo riconosci da come vive il quotidiano: non come una corsa contro il tempo ma come dono gratuito di amore. Non lascia che l’imprevisto spenga l’entusiasmo o azzeri la pazienza, non permette che le crisi ostacolino il suo cammino. Vive la fede nel tempo che ha a disposizione, affrontando ogni giornata come se fosse l’unica, senza fretta e senza agitazione. La casa che abita profuma di amicizia e accoglienza, come quella di Betania. Lo riconosci perché si fa “artigiano di buone relazioni”. Non punta mai il dito se non per indicare il bene presente.

Il consacrato lo riconosci da come vive la preghiera. È il cuore pulsante della sua giornata, non un momento tra gli altri. Sa che nel dialogo a “tu per tu” con il Padre, ogni dubbio, ogni preoccupazione si scioglie come neve al sole, ogni gioia e desiderio è portato a compimento. Sperimenta nell’amicizia con Cristo l’amore con cui è sostenuto e amato ogni giorno della sua vita. Come Mosè, anche il consacrato, quando esce dalla preghiera ha il volto luminoso e raggiante e porta questa luce di salvezza nella “valle del quotidiano”.

Il consacrato lo riconosci da come vive il lavoro: sa dargli il giusto peso. Non si tira indietro, non cerca scorciatoie che gli evitino fatica e sudore. Svolge il servizio richiesto o l’ufficio affidatogli dentro la grande libertà dei figli di Dio cercando di piacere più a Lui che agli uomini. Sa che il Padre vede nel segreto e nel segreto ricompensa ogni gesto di bene silenzioso offerto per la salvezza del mondo.

Il consacrato lo riconosci da come vive la fragilità. Non si illude di essere senza difetti o immortale. Riconosce, piuttosto, che la salvezza consiste nel consegnare, senza maschere, la sua fragilità a Dio perché in essa si manifesti la Sua potenza, perché “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”.

Infine, il consacrato, lo riconosci perché assomiglia a Levi-Matteo. Toccato dalla grazia, attratto e conquistato dalla voce del Maestro, “subito”, senza se e senza ma, si alza e lo segue, con decisione.

Sì, il consacrato lo riconosci da tutto questo. Avvenga anche per noi. È il dono che chiediamo in questa eucaristia.

USMI Nazionale 2023  –  Assemblea Generale elettiva

Esperienza della profonda comunione fraterna che ci rende segno dell’Amore di Dio nel cuore del mondo.
Il tema “In cammino sinodale, Donne Testimoni del Risorto” accompagnerà la nostra riflessione per discernere e aprire le vie del futuro per l’USMI, per la Vita consacrata presente in Italia e in diverse parti del mondo.
L’incontro con il Santo Padre, Papa Francesco, che ci sta aspettando con gioia, sarà per tutte noi una esperienza ecclesiale particolarmente significativa e una grazia per sostenere la nostra fedeltà carismatica nel cuore della contemporaneità

Lettera di un padre alla figlia che si sposa

“Difficile non affondare la penna nell’inchiostro della retorica, soprattutto per uno come me che utilizza la bandiera del l linguaggio edulcorato e scritto, e la sventola con orgoglio. Difficile non risultare sovrabbondanti quando si scrive d’amore. E di questo sto scrivendo, del mio amore per te, l’amore di un padre che ama una figlia, un amore che cammina a grandi passi e cammina all’indietro, affonda le radici nel passato e contempla quello che è stato. La tua nascita, ad esempio, il giorno più bello della mia vita, delle nostre vite. Il tuo appartenermi senza essere davvero mia, l’impronta sulla sabbia del tempo, l’arco e la freccia, il frutto e l’albero. Quante metafore, quanti pleonasmi per un amore disposto a tutto, anche a lasciarti andare. Poi c’è il tuo. Un amore che guarda avanti e si proietta nel futuro, l’amore di una donna per un uomo, anzi, di una moglie per un marito. Moglie, marito, matrimonio, famiglia. Parole antiche, concetti che oggi tendiamo a calpestare e a trattare come superati e sepolti dalla storia. Ma non tu. Tu hai guardato avanti, hai cercato il dono, anche se difficile e all’apparenza folle. Non ti sei accontentata di sguazzare a riva, nelle acque calme e conosciute della convivenza. No, hai mirato alto, hai scelto di nuotare e di andare al largo dove il mare è ignoto e pulito, inseguendo il futuro, inseguendo il sole. Difficile pensare a un “per sempre” che lo sia davvero. È una scommessa sovrumana che costa fatica, delusioni, a volte sconfitte. Ma tu ci credi e lo vuoi, perché hai capito che l’amore non si accontenta del presente, ma ambisce all’eternità. E l’amore non può restare relegato al “sentimento”, al puro sentire o al semplice istinto. No. L’amore ha bisogno di scelte consapevoli, di impegno, di speranza e pazienza. Dono perfetto nelle mani imperfette degli uomini, spesso trasformato in sublime egoismo. Finestra spalancata sull’infinto, amore che ci rende immortali e simili agli dei. Non so che tipo di padre sono stato. Tu non me l’hai detto, io non te l’ho chiesto. Ma in ogni caso so di aver agito come il cuore e la ragione mi suggerivano. Ho ingoiato gioia e preoccupazioni come tutti i genitori, sempre dietro a te e alla tua età di fuoco, a volte despota, altre volte complice, stordito e ammirato davanti allo spettacolo del tuo diventare grande. Ho avuto paura di perderti, di svegliarmi e di scoprire che te ne eri andata, lasciandomi solo. Poi un giorno è successo davvero e quel giorno ho smesso di avere paura, perché ho capito che il nostro legame è indistruttibile, immune da ogni veleno e da ogni distanza. E adesso eccomi qua. Tra poche ore camminerò al tuo fianco, indosserò l’abito che hai scelto per me e tu sarai la più bella, vestita di bianco. Emozionatissima, e io con te. Un po’ mi verrà da ridere, ma sai, è il solo modo che conosco per soffocare le lacrime e riuscire a mantenere un contegno. E sarà festa grande. E sarà la vostra festa. Brinderò al tuo tempo nuovo e al mio che se ne va, a quello trascorso e alle stagioni della nostra vita. Alla bambina che eri, e alla donna magnifica che sei diventata.

Versetti della Bibbia sulla Gioia

  • Questo è il giorno fatto dal Signore:
    rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Salmo 118:24

  • Mi indicherai il sentiero della vita,
    gioia piena nella tua presenza,
    dolcezza senza fine alla tua destra.

Salmo 16:11

  • Voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.

1 Pietro 1:8-9

  • Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.

2 Corinzi 9:7

  • Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge.

Galati 5:22-23

    “Gesù ha aperto per noi il Paradiso, un “per sempre” che sarà “tutto nella gioia, nella comunione piena con Dio e con gli altri, senza più lacrime, rancori, divisioni e turbamento”. E ci indica la via, che è Lui stesso: avere “un rapporto vivo con Lui”, “imitarlo nell’amore”, “seguire i suoi passi”. La via “dell’amore umile, della preghiera, della mitezza, della fiducia, del servizio agli altri”. Da seguire superando ogni paura, affidandosi a Lui, certi che ha “prenotato” per noi “un posto in Cielo”.   Papa Francesco

Portatori di Gioia

Papa Francesco nella sua Lettera a tutti i consacrati così scrive: “Dove ci sono i religiosi c’è gioia”. Ciò accade perché essi riconoscono su loro stessi, e in tutti i luoghi e i momenti della vita, l’opera di un Dio che ci salva con gioia. Spesso la stanchezza e la delusione sono esperienze frequenti in ciascuno di noi: ringraziamo i consacrati che ci aiutano a non ripiegarci su noi stessi e a non rinchiuderci in scelte comode e di corto respiro!!! Rallegriamoci dunque per la presenza delle consacrate e dei consacrati nelle nostre comunità. Facciamo festa con loro, ringraziando per una storia ricca di fede e di umanità esemplari e per la passione che mostrano oggi nel seguire Cristo povero, casto, obbediente.

Cara famiglia roscelliana, quest’anno pregheremo la novena in preparazione alla solennità del Natale facendoci molto vicini a Maria; cercando di scrutare i suoi pensieri, penetrare i suoi sentimenti, valorizzare la sua fiducia in Dio, vivere il suo Fiat alla volontà del Signore e amare il suo costante procedere e camminare …

E come Lei, renderci pellegrini con l’umanità che soffre, che aspetta, che dubita e che ha paura, ma che continua a lottare e non pensa a fermarsi.

Ciò che esprime con tanta semplicità e sincerità Maria – la Vergine Madre povera, umile e generosa – ci aiuti a preparare il nostro cuore ad accogliere dentro di noi con amore e speranza il Bambino Gesù, perché in Lui l’umanità possa rinnovarsi e vivere la gioia del perdono, del servizio e della pace.

FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE
CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA E BATTESIMO DI ALCUNI BAMBINI

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Cappella Sistina
Domenica, 7 gennaio 2024

[Multimedia]

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Cari fratelli e sorelle,

noi siamo qui per battezzare, per dare il dono della fede ai nostri bimbi. E loro sono i protagonisti in questa cerimonia: loro possono parlare, andare, gridare… Loro comandano, perché è la loro festa: riceveranno il dono più bello, il dono della fede, il dono del Signore.

Se piangono – per il momento sono silenziosi, ma è sufficiente che uno dia la nota e incomincia il concerto – lasciateli piangere; se hanno fame, allattateli, tranquilli, qui. Se hanno caldo, togliete le vesti, che a volte il caldo fa male.

Loro sono i protagonisti, perché loro oggi daranno anche a noi la testimonianza di come si riceve la fede: con innocenza, con apertura di cuore.

E a voi, genitori e padrini, auguro che la vostra vita sia di aiuto per questi bambini, di aiuto per la crescita. Vi auguro di accompagnarli nella crescita, perché questo è un modo di aiutare, affinché la fede cresca in loro. Grazie tante per la vostra testimonianza, per averli portarli qui a ricevere la fede.

E adesso, continuiamo con il rito del Battesimo.

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Parole a braccio prima della Benedizione finale

Prima di darvi la benedizione, vi ringrazio per avere incominciato questa vita dei vostri figli con il Battesimo. E mi raccomando, che loro sappiano la data del Battesimo, perché è la data della nascita. E anche ognuno di noi. Se io domando a voi: “Qual è la data della tua nascita?”, io non so se tutti potranno saperlo. Ma pensate bene: la data della nascita è come un compleanno, la data nella quale ho ricevuto la grazia del Signore sono diventato cristiano e cristiana. Insegnate ai bambini questo, per festeggiarla tutti gli anni.