La qualità della consacrazione

–  Il consacrato lo riconosci da come vive il quotidiano: non come una corsa contro il tempo ma come dono gratuito di amore. Non lascia che l’imprevisto spenga l’entusiasmo  o azzeri la pazienza, non permette che le crisi ostacolino il suo cammino. Vive la fede nel tempo che ha a disposizione, affrontando ogni giornata come se fosse l’unica, senza fretta e senza agitazione. La casa che abita profuma di amicizia e accoglienza, come quella di Betania. Lo riconosci perché si fa “artigiano di buone relazioni”. Non punta mai il dito se non per indicare il bene presente.

–  Il consacrato lo riconosci da come vive la preghiera. È il cuore pulsante della sua giornata, non un momento tra gli altri. Sa che nel dialogo a “tu per tu” con il Padre, ogni dubbio, ogni preoccupazione si scioglie come neve al sole, ogni gioia e desiderio è portato a compimento. Sperimenta nell’amicizia con Cristo l’amore con cui è sostenuto e amato ogni giorno della sua vita. Come Mosè, anche il consacrato, quando esce dalla preghiera ha il volto luminoso e raggiante e porta questa luce di salvezza nella “valle del quotidiano”.

–  Il consacrato lo riconosci da come vive il lavoro: sa dargli il giusto peso. Non si tira
indietro, non cerca scorciatoie che gli evitino fatica e sudore. Svolge il servizio richiesto o l’ufficio affidatogli dentro la grande libertà dei figli di Dio cercando di piacere più a Lui che agli uomini. Sa che il Padre vede nel segreto e nel segreto ricompensa ogni gesto di bene silenzioso offerto per la salvezza del mondo.

–  Il consacrato lo riconosci da come vive la fragilità. Non si illude di essere senza difetti o immortale. Riconosce, piuttosto, che la salvezza consiste nel consegnare, senza maschere, la sua fragilità a Dio perché in essa si manifesti la Sua potenza, perché “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”.

–  Infine, il consacrato, lo riconosci perché assomiglia a Levi-Matteo. Toccato dalla grazia, attratto e conquistato dalla voce del Maestro, “subito”, senza se e senza ma, si alza e lo segue, con decisione.
Sì, il consacrato lo riconosci da tutto questo. Avvenga anche per noi. È il dono che
chiediamo ricevendo l’ eucaristia.

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