Tutti conosciamo i salmi contenuti nella Bibbia, sono uno spaccato poetico e ricco di immagini del vivere dell’uomo. Tra questi ve n’è uno particolarmente degno di nota, il 133 (132), che riguarda un aspetto comune a tutti: la vita fraterna. “Nessun uomo è un’isola” ha scritto un noto letterato ed ognuno ne sperimenta tutto lo spessore, la bellezza e la fatica. In un mondo in cui la comunicazione si è fatta più agile e rapida, stranamente, cresce la sensazione e/o la constatazione della solitudine. E’ un’esperienza che disarma. Sappiamo che fin dalle più primitive società l’uomo solitario aveva meno probabilità di sopravivenza rispetto a coloro che vivevano in gruppo, insieme. Da qui le prime società. Ora si vive gli uni accanto agli altri spesso come libri in una stessa biblioteca, ognuno col proprio contenuto, le proprie ricchezze, le proprie convinzioni estranee rispetto a quelle degli altri. A malapena si crea un gruppo di amici, un piccolo circolo da cui si guarda il mondo.
Il salmo sopraccitato ci offre lo spaccato di una vita diversa, aperta agli altri concepiti come “fratelli”. L’invito è a vivere insieme. Gli alunni rappresentano gli insiemi con una linea chiusa ed assegnano ad ogni insieme un nome. Quale nome più bello per noi creati ad immagine e somiglianza di Dio di quello di figli? La nostra natura non basta, ci viene chiesto “del nostro” ossia di vivere da fratelli.
Facile a dirsi, lo è però molto meno a farsi. Infatti continua il Salmo vivere insieme chiede il coinvolgimento di tutta la persona dalla “barba” fino ai piedi, all’”orlo della veste” e, il farlo, richiede sempre un aiuto dall’Alto, qualcuno che ci versi “olio”. Sappiamo che l’olio è un balsamo capace di curare, di guarire, di lenire ferite, di ammorbidire, di rendere più saporita anche la povera insalata, è pregiato alimento ed ottimo supporto nella lotta perché rende difficile la presa del nemico. Per vivere la fraternità reciproca non bastano le povere risorse umane occorre l’olio di Dio.
Ognuno di noi, guardando al cammino della vita trascorso, ha fatto esperienza di come il vivere insieme richiede un di più di dono che solo un cuore ricco e capace di arricchirsi in continuazione può offrire. L’olio di Dio che scende su di noi lascia un segno proprio come l’olio che unge. Dio viene a noi e resta per sempre. Resta in noi e passa negli altri. Cristo, venuto dall’Alto, resta per sempre con noi collegando il filo della vita terrena con quello della vita eterna. Il suo scendere, la sua umiltà, unisce il Cielo e la Terra e, ancora, tocca il cuore di tutti e ci costringe a guardarci nella verità, a lasciarci trasformare dalla sua presenza, dal suo messaggio esigente e nuovo. Ci sentiamo inseriti in un orizzonte più grande che va oltre quello che le nostre mani possono trasformare. Un orizzonte che comunque percepiamo come meravigliosamente nostro. La vita non termina con noi, continua. Passa attraverso di noi ma non può essere trattenuta. La vita è il dono più grande e non ha senso se non viene donata, fatta “rugiada” per la sete dei fratelli. La rugiada non esiste per sé. Rinfresca e disseta. Terminato il compito svanisce. Nessuno la ricorda, quasi, ma quanti vivono grazie a lei! Chi vive tra i fratelli facendosi olio e rugiada ossia vita, donando la propria vita, facendosi misericordia, senza se e senza ma, diviene segno di Dio, benedizione di Dio.
Questo è il segreto dell’eternità: fare della propria vita un capolavoro di fraternità.
Difficile? Forse se puntiamo solo sulle nostre risorse, se poniamo noi stessi al primo posto. Semplice, se rinunciando da noi stessi cerchiamo il bene degli altri come Cristo, amando fino alla fine.
Salmo 133 (132)Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
[2]È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull'orlo della sua veste.
[3]È come rugiada dell'Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
Articolo scritto il 3 luglio 2009 per la “Parola della Madre” del Periodico dell’Istituto del mese di luglio 2009