Martirio e consacrazione

Nessuno che abbia anche solo letto il Vangelo ne è rimasto poi indifferente. Il messaggio evangelico arriva in profondità, chi lo legge resta toccato nell’esistenza.

Il Vangelo non è un’opera letteraria come le altre che possono giungere a coinvolgere emotivamente o razionalmente. Il Vangelo, per essere compreso veramente, chiede il coinvolgimento della vita: pretende di essere vissuto. Il contenuto evangelico si chiarifica in tutta la sua portata solo da chi accetta di tradurlo in vita. Non si tratta di un’opera morta relegata nella storia di 2000 anni fa. Esso interpella la vita ancora oggi in quanto contiene l’apice della Creazione, dell’Incarnazione e della Redenzione ossia contiene il mistero di Cristo.
Il Vangelo chiama ad un incontro: è la storia aperta dell’incontro tra l’uomo e Dio, che si realizza grazie alla persona del Figlio. Il Vangelo contiene un’attesa. I Cristiani ne celebrano la ricorrenza soprattutto a Natale ricordando l’incontro, nella storia, di Cristo con l’uomo e nello stesso tempo proclamano l’attesa dell’incontro ultimo.
Il Vangelo propone Cristo, Figlio di Dio, Redentore. Cristo ha fatto scoprire e ha reso all’uomo la dignità ed ha percorso, per lui, la strada che, pur passando attraverso la morte, porta alla Vita.
Nei due millenni trascorsi, molti Cristiani hanno reso testimonianza a Cristo anche a costo della vita. Si tratta dei martiri che, fin dai primi tempi, hanno accompagnato l’annunzio del messaggio evangelico.
Il martirio è una scelta che coinvolge tutta l’esistenza, viene affrontato consapevolmente e in libertà di opzione. La decisione di offrire/sacrificare la propria vita è dettata dal desiderio di testimoniare la fede in Dio anche di fronte a situazioni drammatiche, fino a donargli la propria vita, fino all’effusione del sangue. Col termine delle grandi persecuzioni, nella relativa quiete che tende ad annacquare il messaggio evangelico, ecco prendere piede la Vita Religiosa che nasce dallo stesso anelito, dall’esigenza di offrire a Dio il proprio essere e la propria esistenza, di legarsi più intimamente al Signore che chiama a condividere la sua esperienza. La Vita religiosa vuole essere una testimonianza forte: un sacrificio del proprio essere per amore a Cristo, una testimonianza vivente del Cristo oggi. Ecco perché senza un orizzonte di martirio inteso come dono libero, consapevole e totale ossia fino al concreto sacrificio della vita per Cristo, non si avrà mai una vera vita religiosa. La si potrà rivestire e abbellire di modernità e di opzioni interessanti, filantropiche, socialmente valide ma che resteranno sempre ben al di sotto della valenza salvifica che giustifica ogni consacrazione.
C’è un’espressione che risuona ormai da tempo: la vita religiosa è in crisi. Certo la Vita Religiosa è in crisi di santità, non certo d’identità perché tutti coloro che hanno aperto la strada ad una famiglia religiosa ne hanno tracciato primariamente un cammino di qualità chiedendo una donazione generosa e completa della propria esistenza a Cristo, e, a suo modello.
Sant’Agostino Roscelli indicando il contenuto di Filippesi 2, 5-8 ribadisce chiaramente in che cosa consista percorrere il cammino di Cristo per la Congregazione delle Suore dell’Immacolata e per quanti vogliono condividere il carisma roscelliano.
Non mortifichiamo la vita spirituale assoggettandoci al fascino ambiguo delle quote basse, all’abitudine a portare le ciabatte, cedendo alla legge del minimo sforzo e del massimo rendimento, alla chiusura entro limiti di piccolo cabotaggio abbiamo il coraggio di riprendere a vivere il Vangelo “sine glossa”. Ricordiamo che la Consacrazione è una forma di martirio ossia di testimonianza totale fino al dono della vita a Cristo, come e dove Lui vorrà, e viviamo di conseguenza; allora la vita Religiosa ritroverà la sua essenza e il suo fascino.
Alzare lo sguardo a questa realtà sia il dono di Natale che le Suore dell’Immacolata offrono a quanti le conoscono e vivono con loro perchè la strada verso di Betlemme sia per ciascuno la strada dell’incontro col Signore che viene per essere pane di vita e salvezza per tutti.

Sr. M. Rosangela Sala

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