Suore dell'Immacolata

Presentazione

 

PRESENTAZIONE


AVE MARIA!

Reverende e Carissime Consorelle,

con profonda gioia spirituale e con filiale commozione e devozione, presento Loro il terzo volume dei «Manoscritti» del Ven.le Padre, a cui stava tanto a cuore la salvezza delle anime ed in particolare la santità delle Sue Immacolatine.

Il presente volume raccoglie argomenti vari; alcuni lasciano presupporre che ci fossero altre istruzioni che completassero la trattazione dell’argomento, come il commento al Padre Nostro e i vizi capitali, ma non ci sono pervenute.

Un terzo delle presenti meditazioni riguarda i novissimi: esse ci fanno sèriamente riflettere, e a volte ci incutono anche timore.

«Il Catechismo della Chiesa cattolica» uscito l’11 ottobre 1992 tratta a lungo l’argomento dei novissimi, sempre attuale, e riporta lo stesso pensiero del Ven.le Padre, espresso, è ovvio, in uno stile letterario diverso. Mi permetto di suggerire Loro di leggerne i numeri: dal 988 al 1065.

Al n. 1013, si legge a proposito della morte:

«La morte è la fine del pellegrinaggio terreno dell’uomo, è la fine del tempo della grazia e della misericordia, che Dio gli offre per realizzare la sua vita terrena secondo il disegno divino e per decidere il suo ultimo destino».

Al n. 1014, c’è una citazione dell’Imitazione di Cristo che dice:

«In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio stare lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani?».

Al n. 1022, così si dice del giudizio particolare:

«Ogni uomo, fin dal momento della sua morte, riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre. Alla sera della vita, saremo giudicati sull’amore».

Al n. 1039, così si dice del Giudizio universale:

«Davanti a Cristo, che è la Verità, sarà definitivamente messa a nudo la verità sul rapporto di ogni uomo con Dio. Il Giudizio finale manifesterà, fino alle sue ultime conseguenze, il bene che ognuno avrà compiuto o avrà omesso di compiere durante la sua vita terrena».

Al n. 1035, leggiamo a proposito dell’inferno:

«La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell’inferno, "il fuoco eterno". La pena principale dell’inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira».

Al n. 1023, il nuovo Catechismo così dice del paradiso:

«Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono così "come Egli è ", faccia a faccia. …Il Cielo è il fine ultimo dell’uomo e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato dì felicità suprema e definitiva».

Al n. 1030, si legge del purgatorio:

«Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, alfine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo».

Mie carissime Consorelle, meditiamo con amore e preghiamo con fervore la saggia ed autorevole parola del Ven.le Padre che vuole ritornare a vivere con noi e fra noi con i suoi scritti, ricchi di saggi consigli, di paterni ammonimenti e di fervide esortazioni al bene, per accompagnarci, passo passo, sulla via della santità.

LA SUPERIORA GENERALE
Sr. Maria Antonella Fantini

Genova, 7 maggio 1993
Anniversario della nascita al Cielo del Ven.le Fondatore