Suore dell'Immacolata

Non sprecare

 

Gustare la vita perché è il dono più bello che abbiamo. Corse, impegni, relazioni, guai, feste: un vortice che non può essere chiamato vita se noi la “viviamo” come una foglia che ne è risucchiata.

     Fermati! Vivi! Godi, ringrazia, rientra nella dimensione giusta che ha l’esistenza che ti è stata donata, gustane il sapore, il dolce come l’amaro ma fermati! Hai capito esattamente, non si tratta di lasciar perdere la catena di responsabilità quotidiane ma di viverle in modo diverso. Come? Guardati dentro! Cosa hai dentro di te? Da dove prendi la forza, l’energia, la speranza e l’audacia di “osare”?

     “Da te”, finché sei giovane ed hai le pile abbastanza cariche ed il cuore gonfio di ideali e le situazioni che hai da vivere non sono troppo complicate ma presto ti accorgerai che non basta “il vento della giovinezza”: occorre qualcosa di più.

     “Dall’impegno sociale”, molto bene, questo aiuta ma non offre una propulsione sufficiente, capace di risalire la corrente amara dell’ingratitudine e delle faide fraterne.

     So che stai pensando che devo accorciare ed accorcio: “dal Vangelo”!

     Il Vangelo offre un buon carburante per vivere la vita a patto che sia usato come si usa un carburante ossia che lo si mette dentro di sé, che non lo si lasci nella pompa. Con “lasciarlo nella pompa” si intende ponendolo in “bella mostra” magari su di un leggio o appendendolo in casa o usandolo come ornamento ai discorsi importanti.

     Il Vangelo, come la benzina, deve trasbordare in noi, essere entrato dentro di noi … tuttavia non basta.

     Per vivere gustando ed apprezzando la vita occorre una scintilla. Questa è scoprire che Gesù vive dentro di noi.

     Questa è la scintilla che incendia il carburante che è il Vangelo, che fa muovere, che garantisce un carburante ottimo e permanente! Questa è la differenza tra chi salta per arrivare al Cielo ma sempre, ovviamente cade giù e si logora, e chi scopre che il Cielo è dentro di lui e che può portarlo e darne testimonianza ovunque.

     Quando si legge “ovunque” significa nel campo apostolico, in casa, nella malattia, nella persecuzione, nella solitudine più grande.

     Sant’Agostino Roscelli indicava tutto questo secondo le categorie del suo tempo: spirito di preghiera continua. è la stessa cosa: girare per il mondo vivendo momenti prosperi e tremendamente avversi avendo dentro questa certezza: “Dio è in me, è con me, opera, vive, prega con me”.

     È il baricentro, la stella polare, il punto fermo – chiamatelo come volete – indispensabile.

     Quando benzina e scintilla, Vangelo e Dio sono dentro di noi (perché dove c’è Gesù vi è anche la Trinità) la vita assume un gusto particolare di dono, di speranza … di gioia, contro cui l’invidia dei tristi invano getta i suoi grigi e turpi tentacoli.

     Allora corse, impegni, relazioni, guai e feste sono un’allegra palestra affrontata non da soli ma con quel Dio che non ci lascia mai, mai, fino al punto di soffrire e di morire con noi! Fino al punto di trascinarci nell’avventura della redenzione e della sua risurrezione. Che cosa temiamo dunque?   

     Nulla se non la nostra libertà che può farci scegliere altri compagni, altre mete, altre speranze che possono essere temporanei anestetici ai nostri lutti, disperazioni e smarrimenti. Non cercare ciò che dura un momento, ma nel momento cerca l’Eterno che sta vivendo ed amando con te, che soffre e lotta, senza lasciarti mai!

     Buon cammino! Non ti fermino le cadute – inevitabili – rialzati, riprendi col Dio dell’infinita misericordia a percorrere con Lui il cammino UNICO della vita.

                                                                                                                                                  Sr. M. Rosangela Sala

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